La parrucchiera abusiva a domicilio positiva al covid: verifiche sui contatti avuti dalla donna
Avrebbe esercitato la professione in modo irregolare e non rispettato le misure contro il coronavirus
Tra le persone positive al coronavirus a Sciaccia, comune in provincia di Agrigento, c'è anche una parrucchiera che avrebbe svolto la sua professione illecitamente a domicilio e senza essere al corrente di aver contratto il virus. A scoprirlo sono stati gli agenti della polizia municipale con le notifiche di rito eseguite dopo la comunicazione di positività arrivata dall'azienda sanitaria provinciale. La donna è stata denunciata per aver svolto "una professione artigianale non consentita e per non aver rispettato quanto previsto dalle normative anti Covid-19". Si cercherà adesso di verificare i contatti avuti dalla donna nei giorni immediatamente precedenti l'individuazione della sua positività .
Le nuove regole per i parrucchieri
Secondo le disposizioni dell'ultimo decreto del presidente del Consiglio dei ministri, parrucchieri e centri estetici restano aperti in zona arancione e arancione rafforzata, oltre che in zona gialla. Con il nuovo Dpcm valido dal 6 marzo al 6 aprile è stata invece introdotta la chiusura dei servizi alla persona nelle regioni in zona rossa (parrucchieri, barbieri e centri estetici).
Una decisione che ha scatenato la protesta delle associazioni di categoria: "Le imprese in questi mesi hanno applicato con la massima diligenza le linee guida dettate dalle autorità sanitarie e dal governo, intensificando le già rigide misure previste dal settore sul piano igienico-sanitario, e si sono riorganizzate per garantire la massima tutela della salute degli imprenditori, dei loro collaboratori e dei clienti - ha scritto Confartigianato -. Hanno calendarizzato gli appuntamenti, anche con app specifiche, e hanno adottato particolari accorgimenti per i distanziamenti. Riteniamo semmai più opportuno che vengano tutelati proprio questi operatori, dando loro una corsia preferenziale tra le fasce della popolazione da vaccinare". La sospensione delle attività svolte in sicurezza finirebbe per innescare l'impennata dell'offerta di prestazioni da parte di operatori abusivi, denunciano le associazioni.
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