Conversazione di Start Magazine con la direttrice di Amnesty International in Perù Marina Navarro
Il Perù sta vivendo giorni di intensa crisi istituzionale e politica. La situazione è ben sintetizzata da un dato: il Paese ha cambiato tre presidenti nel corso di una sola settimana.
La crisi istituzionale
Lunedì 9 novembre Martín Vizcarra è stato destituito dal Parlamento dalla carica di Presidente della Repubblica per “incapacità morale”, perché coinvolto in un’indagine per corruzione. La strada verso la rimozione era iniziata l’11 settembre 2020, quando il Parlamento avviò una procedura di impeachment contro Vizcarra, accusato di aver cercato di ostacolare l’indagine che lo vedeva coinvolto. Vizcara, stando alle accuse, avrebbe falsato una gara per l’assegnazione di appalti edili in cambio di una tangente del valore di 300mila euro.
A sostituire Vizcara è stato chiamato Manuel Merino, che il 12 novembre ha prestato giuramento. La popolazione peruviana, però, non ha gradito questa instabilità indotta ed è scesa in piazza. Le manifestazioni hanno coinvolto migliaia di persone.
Due ragazzi morti nel corso delle manifestazioni
“Penso che le persone sappiano quali sono i loro diritti, scendere in piazza era un loro diritto e lo hanno esercitato” – dice la direttrice di Amnesty International in Perù Marina Navarro – “Le manifestazioni sono state imponenti e in tutto il Paese, in diverse città, non solo a Lima”.
Le manifestazioni, che sono durate tutto il fine settimana, sono state contraddistinte da violenze tra manifestanti e polizia e sono state funestate dalla morte di due giovani ragazzi di 22 e 24 anni, rimasti a terra dopo scontri con le forze dell’ordine. “L’omicidio dei due ragazzi sembra intenzionale, perché dall’analisi dei loro cadaveri è emerso che hanno ricevuto molti colpi di pistola” – ha aggiunto Marina Navarro – “Negli ospedali ci sono molti feriti, molte persone ricoverate con ferite gravi. Dobbiamo capire cosa è successo perché non sono casi isolati, le persone ferite sono tante e in giorni diversi. Non solo situazioni isolate, assolutamente. Secondo i dati del sistema sanitario ci sono diverse centinaia di persone in ospedale”.
Amnesty International: la violenze della polizia
Amnesty International ha denunciato che la polizia ha fatto ricorso a un non necessario uso della forza. “Gli interventi sono stati sproporzionati, ci sono stati arresti arbitrari sui quali abbiamo prodotto report e maltrattamenti all’interno degli edifici della polizia nei quali sono stati portati i manifestanti arrestati”- ha aggiunto Marina Navarro – “Ci sono denunce di maltrattamenti sessuali e violenze sessuali all’interno delle stazioni di polizia. Tutto questo va approfondito, va investigato”.
Nuovi casi di desaparecidos
Secondo quanto sostenuto da Amnesty International agli arresti arbitrari e alle sistematiche violazioni dei diritti umani si aggiungono anche numerosi casi di persone scomparse. “Si sono verificati, purtroppo, diversi casi di persone scomparse” – continua la direttrice Navarro – “Non abbiamo ancora numeri certi ma sappiamo che ci sono diverse persone che hanno partecipato alla manifestazione e che non sono tornati a casa. I familiari ne hanno denunciato la scomparsa”.
Le violenze contro la stampa
Le violenze di piazza si sono riversate anche sui giornalisti. “A seguire le manifestazioni erano presenti numerosi giornalisti che lavorano per media locali e nazionali” – dice Marina Navarro – “ Molti di loro sono stati attaccati fisicamente, circa 30 persone sono rimaste ferite”.
La nomina di Sagasti e la soluzione della crisi
La momentanea soluzione dell’impasse istituzionale è passata per le dimissioni di Manuel Merino e la nomina di Francisco Sagasti, 76 anni, a presidente ad interim. Sagasti ha giurato di portare a termine la legislatura il 28 luglio 2021, dopo lo svolgimento delle elezioni previste per il l’11 aprile 2021. Nel corso del suo discorso di insediamento Sagasti ha ricordato la morte dei due giovani nel corso delle manifestazioni del fine settimana.
“Chiediamo che i diritti umani vengano posti al centro dell’agenda politica e sociale del paese” – conclude la direttrice di Amnesty International Perù – “Affinché non si ripetano le violenze che abbiamo visto lo scorso fine settimana. In secondo luogo chiediamo giustizia per i casi di violenze e per i due ragazzi uccisi in piazza”.
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