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giovedì 16 dicembre 2021

 

 leader Ue non seguono Draghi sul Green pass: “Serve approccio coordinato”

Premier isolato a Bruxelles. Le conclusioni del Consiglio europeo difendono “il funzionamento del mercato unico” e bocciano gli ostacoli “alla libera circolazione tra gli Stati membri o ai viaggi nell’Ue”

La “sfida all’Ue” di Mario Draghi sul Green pass, richiamata dalle prime pagine di diversi quotidiani italiani, ha visto l’Ue come vincitrice. Al Consiglio europeo è infatti prevalsa la linea del coordinamento tra gli Stati membri mentre è stato bocciato il metodo usato dall’Italia nelle ultime 48 ore, ovvero quello di cambiare le regole sui viaggi - introducendo il tampone obbligatorio anche per i vaccinati - senza prima informare Bruxelles della scelta. La Commissione europea, tradita dall’uomo che salvò l’euro, si è presa la sua rivincita incassando il sostegno dei leader al certificato digitale.

Per battere il virus “sono necessari sforzi coordinati e continui”, si legge nel testo delle conclusioni approvate dai capi di Stato e di governo. Al contempo, hanno aggiunto i leader, bisogna garantire “che eventuali restrizioni si basino su criteri oggettivi e non pregiudichino il funzionamento del mercato unico o ostacolino in modo sproporzionato la libera circolazione tra gli Stati membri o viaggi in l’Ue”. Viene insomma rimproverato l’atteggiamento dei Paesi che - come l’Italia, il Portogallo e la Grecia - stanno facendo di testa loro. 

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“Il Consiglio europeo sottolinea l'importanza di un approccio coordinato alla validità del certificato digitale di vaccinazione dell’Ue contro il Covid-19 e prende atto del fatto che la Commissione adotterà un atto delegato al riguardo”, si legge nella parte di conclusioni che certifica la sconfitta della ‘linea Draghi’. Il premier aveva infatti tentato di bypassare Bruxelles invocando le competenze nazionali in materia di tutela della salute. Con questa frase nel documento finale, i leader Ue (compreso Draghi) non solo hanno riaffermato che bisogna decidere tutti assieme, ma hanno anche assegnato all’esecutivo europeo il compito di rinforzare il Green pass per adattarlo alla campagna vaccinale del richiamo. Tra le possibilità più accreditate, c’è quella che Bruxelles inserisca una data di scadenza di nove mesi per il Green pass, in modo da incoraggiare la somministrazione delle terze dosi. 

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