Tutti i dettagli dello spacchettamento di Ubi Banca sono contenuti nella lettera Intesa Sanpaolo e Bper hanno comunicato a sindacati e Abi. Ecco la lettera riservata
Il cambio di insegna delle 486 filiali e dei 134 punti operativi di Ubi Banca e, in piccola parte, di Intesa Sanpaolo che sono in fase di acquisizione da parte del gruppo Bper avverrà dopo il primo trimestre del 2021 quando sarà perfezionata l’operazione.
Ma già da ora le filiali sono state individuate e ogni cliente, oltre ai dipendenti coinvolti, sa se nella prossima primavera migrerà sotto le insegne di Bper Banca, ha scritto il Sole 24 Ore.
CHE COSA HANNO SCRITTO INTESA SANPAOLO E BPER SU SPORTELLI E DIPENDENTI DI UBI BANCA
Tutti i dettagli sono contenuti nella lettera con cui i gruppi bancari Intesa Sanpaolo e Bper hanno comunicato l’avvio delle procedure per la cessione dei rami d’azienda di Ca’ de Sass e di Ubi Banca alla popolare Bper, necessaria per rispondere ai dubbi antitrust sollevati dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sull’Offerta pubblica di acquisto e scambio lanciata da Intesa su Ubi.
Da ricordare che solo poche settimane fa Bper ha concluso l’aumento di capitale di circa 795 milioni per finanziare l’acquisto e che giovedì scorso i consigli d’amministrazione di Intesa Sanpaolo, di Ubi Banca e Ubi Servizi e di Bper hanno dato il via all’accordo per realizzare l’operazione.
ECCO I NUMERI DELL’ACCORDO
Ecco su quali punti verte l’intesa fra i tre gruppi. Ubi cederà 587 filiali di cui 455 con autonomia contabile e 132 senza autonomia contabile, inclusi i rapporti di lavoro esistenti che riguardano 4.413 dipendenti. A costoro vanno aggiunte altre 235 risorse che “curano la relazione con le diverse tipologie di clientela radicata presso i punti operativi” oggetto di cessione. Intesa Sanpaolo invece cederà 31 filiali retail, 2 sportelli senza autonomia contabile, 6 filiali Exclusive, 16 distaccamenti. Interessati dal passaggio anche altri 314 dipendenti di Ubi Banca e 85 di Ubi Sistemi e Servizi che attualmente si occupano di attività gestite nelle Macro Aree Territoriali e che lavorano in alcune strutture di sede centrale.
PERCHÉ SARÀ UN SUCCESSO (SECONDO I PROTAGONISTI)
Se è chiaro che la cessione è fondamentale per avere il placet del Garante del mercato, le parti in causa – ovvero Bper e Intesa Sanpaolo – rilevano pure l’importanza per il proprio business e per la propria clientela. Il gruppo guidato da Carlo Messina, ad esempio, in tal modo “beneficia di una capacità di ricavi di scala europea basata su un modello di business resiliente focalizzato su Wealth Management & Protection” ma rimanendo ben radicato in Italia e di conseguenza valorizzando il risparmio del Paese e “superando i 1.100 miliardi di euro di attività finanziarie della clientela con i circa 3 milioni di clienti Ubi Banca che detengono circa 200 miliardi di euro dì attività finanziarie”.
Buone prospettive emergono pure per il gruppo guidato da Alessandro Vandelli che si appresta a “una consistente crescita dimensionale” e a un “miglioramento della posizione competitiva in Italia” aumentando la base di clientela di oltre il 50% e raggiungendo “significative quote di mercato in regioni di grande rilevanza economica” come la Lombardia dove attualmente Bper ha una “presenza limitata”. Ed ecco i numeri: la popolare punta a un aumento del portafoglio crediti di circa il 50% e del totale attivo di circa il 40%; un miglioramento dell’Npe ratio lordo pro-forma di un l’unto percentuale rispetto al 30 giugno scorso; una crescita del CET 1 ratio Fully Phased consolidato pro-forma superiore al 12,5% a partire dalla data di perfezionamento dell’acquisizione del ramo d’azienda.
COSA ACCADRÀ AI LAVORATORI
Nulla cambia per i dipendenti coinvolti nell’operazione: da febbraio 2021 per il ramo ceduto da Ubi e da Ubi Sistemi e Servizi e da giugno 2021 per il ramo ceduto da Intesa i rapporti di lavoro proseguiranno senza soluzione di continuità.
Novità invece per Bper che istituirà quattro nuove Direzioni regionali a Bergamo, Brescia, Varese e Ancona chiamate a presidiare le filiali acquisite e quelle già esistenti nelle zone.
IL RIASSETTO
Si ridefinisce in questo modo la nuova geografia del credito italiano, che ne ridisegna i rapporti di forza soprattutto in Lombardia, dove la presenza di Ubi è sempre stata particolarmente significativa: qui passeranno a Bper 216 filiali e 59 punti operativi, di cui 93 solo nel bresciano — fra cui anche la sede storica di corso Martiri, dove iniziò la sua carriera il presidente emerito di Intesa Giovanni Bazoli — che si sommano ai 77 nella bergamasca, ha scritto il Corriere della Sera: “Anche Ca’ de Sass ha però ceduto del suo: 31 filiali e due punti operativi tutti in Lombardia, di cui 22 in provincia di Pavia, 7 nella bergamasca, uno nel lodigiano e tre nel milanese”.
I NUMERI
Oltre agli immobili, transiteranno da Intesa a Bper anche i dipendenti: 5.107 per l’esattezza, riferibili prevalentemente alla rete delle filiali, alle aree Private & Corporate e ai centri di controllo e It, come Ubi Sistemi e Servizi. Per realizzare l’acquisizione che consentirà all’istituto guidato da Alessandro Vandelli di veder aumentare di oltre il 40% la propria attuale rete distributiva facendone il terzo gruppo bancario italiano, Bper ha appena portato a termine un aumento di capitale da 800 milioni di euro.
ECCO UNA PARTE DELLA LETTERA DI INTESA SANPAOLO E BPER SU UBI
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