Mazzette anche sui lavori nelle case popolari. Funzionari del Provveditorato alle opere pubbliche e dell’Ater e imprenditori sono accusati di corruzione, turbativa d’asta e falso. Perquisizioni nella Capitale, a Frosinone e a Napoli
Tartufi, smartphone, assunzioni di figli, consulenze, ristrutturazioni di appartamenti. È quanto chiedevano alcuni funzionari pubblici per far fare lavori nelle case popolari dell’Ater ma anche negli uffici della Corte di appello e in altre parti del palazzo di giustizia di Roma. È l’ambito dell’indagine, in cui si ipotizza anche il reato di corruzione, che ha portato all’emissione di 20 misure cautelari su richiesta della Procura della Capitale: quattro in carcere, due funzionari pubblici e due imprenditori, dieci ai domiciliari, sei all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. I funzionari coinvolti, oltre che dell’Ater, sono del Provveditorato alle opere pubbliche .
Operazione tra Roma, Frosinone e Napoli
La Guardia di finanza ha eseguito le misure giovedì mattina. Le accuse sono, a vario titolo, di corruzione, turbativa d’asta e falso nell’aggiudicazione di appalti pubblici L’attività del nucleo speciale anticorruzione, coordinata dai magistrati Paolo Ielo e Erminio Amelio, ha visto impiegati oltre cento finanzieri tra Roma, Napoli e Frosinone, con decine di perquisizioni negli uffici e nelle abitazioni deli indagati.
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